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Nel restauro si parla molto dell’impiego del laser nella fase di pulitura delle opere d’arte, ma cos’è l’ablazione laser?
L’ablazione laser consiste nella distruzione di un tessuto, indotta da un aumento locale della temperatura mediante la trasmissione di energia luminosa laser.

Nel caso del restauro questo metodo serve per riportare alla luce uno strato specifico attraverso la rimozione degli strati indesiderati.

La sperimentazione nasce negli anni 70 e si sviluppa negli anni 80 con l’aumento del livello tecnologico.
Dalla seconda metà degli anni 80 la pulitura laser venne ampiamente applicata nell’Europa sud-occidentale, soprattutto per la rimozione di croste nere prodotte dall’inquinamento.

In foto un’operatrice al lavoro su una cariatide del Museo dell’Acropoli di Atene

La pulitura laser di materiali lapidei è la principale applicazione di questo metodo: la crosta nera è facilmente rimossa dal substrato lapideo senza recargli alcun danno.
Il laser, grazie alla sua gradualità e selettività, è inoltre capace di preservare la cosiddetta “patina del tempo” che può essere rinvenuta soprattutto nei manufatti antichi.

L’ablazione laser non sarà il metodo più economico ma mostra molti vantaggi rispetto ai metodi di pulitura chimici e meccanici tradizionali in termini di gradualità, auto-terminazione, selettività e impatto ambientale.

Nel video un esempio di impiego dell’ablazione laser per la pulitura

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